Mentre la dichiarazione IVA relativa all'anno in cui è dichiarato il fallimento, dovuta in quasi tutte le procedure, è puntualmente disciplinata, per la dichiarazione IVA relativa all'anno di chiusura del fallimento con residuo attivo e ritorno in bonis, ipotesi estremamente rara, non è dettata una disciplina specifica.

Non possiamo quindi, come sempre in questi casi, che proporre una soluzione procedendo sulla base dei principi generali, e se per analogia con la dichiarazione IVA "iniziale" la soluzione 2 parrebbe la più "elegante", essa non è però prevista dalla legge, conseguentemente riteniamo che quella più opportuna sia la soluzione 1. Non vediamo altre alternative.

A tutela del Curatore, suggeriamo di trasmettere i dati relativi al periodo dal 1/1 alla chiusura del fallimento all'amministratore della società tornata in bonis, facendosi rilasciare una ricevuta, nella quale egli inoltre si impegni a:
- predisporre la dichiarazione IVA dell'intero anno,
- inviarla al Curatore non appena predisposta e prima del suo invio (così da poterlo eventualmente sollecitare se, avvicinandosi la scadenza, non avesse ancora provveduto),
- inviare al Curatore copia della dichiarazione inviata, dell'impegno alla trasmissione e della ricevuta di avvenuta trasmissione.